Il must have lanciato nel 2016 ma che continua la sua diffusione e la sua fama anche in questo 2017 è la camicia destrutturata, meglio nota come deconstructed shirt. Uomini e donne sono impazziti per lei. Ma siamo sicuri che proprio tutti i modelli di questa nuova tendenza siano il top? Scopriamolo insieme.
E no, purtroppo non è per niente così, anzi. Non tutti le camicie destrutturate vengono col buco. Ecco quindi alcuni consigli pratici su delle tipologie di camicia destrutturata assolutamente da evitare.
Camicia destrutturata, ecco cosa bocciare
La particolarità della deconstructed shirt è l’avere una forma molto originale. Essa infatti può avere i bottoni laterali, il collo alto, un fiocco in vita o lasciare una spalla scoperta. Ci si può insomma sbizzarrire. Ma a tutto c’è un limite. Le fantasie della camicia destrutturata sono molto simili a quelle di una camicia tradizionale. Il cotone resta il materiale principe, seguito dal denim. Per quanto riguarda i colori invece il bianco e le fantasie vanno per la maggiore, insieme al nero e all’azzurro.
Se fin qui tutto bene ora veniamo alle criticità. Non tutti i modelli visti sulle passerelle internazionali sono certamente replicabili anche nella vita normale. Da evitare assolutamente, più che altro per una questione di praticità, il modello di deconstructed shirt con le maniche lunghe, eccessivamente lunghe, che superino addirittura di diversi centimetri la fine del braccio, arrivando a coprire interamente la mano. Così come da evitare è la camicia “accozzaglia”: un misto di stili diversi (a quadretti e a righe) in azzurro e lilla, intrecciati fra di loro come se si indossasse una camicia di forza. Per le ragazze poi con qualche chilo di troppo e non troppo alte è anche da evitare la deconstructed shirt lunga, che arriva quasi al ginocchio. L’effetto infatti potrebbe essere quello di abbassare ed ingrossare eccessivamente la propria figura.